• Via A. Costa 2, Porto San Giorgio (FM)
 

Nardò: le caratteristiche del borgo salentino

Nardò: le caratteristiche del borgo salentino

La geografia di Nardò

La bellezza e tipicità del Salento è oramai nota non solo a livello nazionale ma anche nel panorama turistico internazionale. Un territorio eccellente non solo per il mare incontaminato e cristallino, per le spiagge a perdita d’occhio, ma anche per l’entroterra rurale, per i paesaggi di uliveti, per la gastronomia, la tradizione e il folklore. Un territorio in cui non mancano alcuni borghi molto significativi, tra cui Nardò, l’antica Neretum, sulla costa ionica salentina, che vanta un patrimonio naturale e culturale non indifferente. La fascia costiera si estende per circa 22 chilometri e ospita rinomate località balneari, come Santa Maria al Bagno, Santa Caterina e Sant’Isidoro, costellate di hotel e villaggi per vacanze all'insegna del relax e del divertimento. Proprio Santa Maria al Bagno era abitata sin dai tempi più remoti. Qui, infatti, sono state rinvenute numerose testimonianze archeologiche di epoca preistorica e nel 272 a.C. i Romani vi realizzarono un porto e degli edifici termali con le vasche per i bagni. Un tratto di costa adriatica nota per la qualità delle acque che delimita un entroterra custode di preziose e significative testimonianze culturali e architettoniche. La fascia costiera include anche una zona importantissima dal punto di vista naturalistico, il Parco regionale di Porto Selvaggio e Palude del Capitano, un’area che si estende per oltre 1120 ettari, di cui molti a pineta. Il territorio del parco comprende anche delle aree SIC (Siti di Interesse Comunitario) e grotte carsiche colme di acqua di mare, conosciuta nel dialetto salentino come spunnulate. Il parco presenta dunque due tipologie di ecosistema: da un lato quello boschivo, dall’altro quello costiero, roccioso e selvaggio. In entrambi i casi quello che colpisce è l’enorme varietà di vegetazione e fauna e la tipica macchia mediterranea.

Le costruzioni tipiche e il buon cibo

Nardò è una città molto antica, la cui storia affonda le radici molto lontano, ma già nel VII secolo a.C. era conosciuta come insediamento messapico. Con i Romani divenne municipium e subì varie vicissitudini storiche sotto la civiltà bizantina e longobarda e poi normanna, fino ad arrivare in età più moderna a essere importante centro di accoglienza per ebrei scampati alla persecuzione nazista. Una storia ricca di avvenimenti che ci hanno lasciato molte testimonianze di vario genere e che rendono Nardò uno scrigno prezioso e culturalmente importante. Pensiamo ad esempio alla Cattedrale di Nardò, conosciuta come Cattedrale di Santa Maria Assunta. Sorge su un’antica chiesa basiliana del VI secolo e vanta un impianto basilicale a tre navate oltre alla custodia di moltissime opere pregevoli tra cui un singolare Crocifisso nero in legno di cedro del XIII secolo. Molto interessante è anche la Chiesa di S. Domenico del XV secolo che, nei secoli successivi ha ricevuto alcuni rimaneggiamenti in pieno stile barocco leccese. Ancora ricordiamo la Chiesa di San Trifone che fu eretta nel XVIII secolo per volontà della cittadinanza la quale si era rivolta al santo per liberare le campagne dai bruchi che danneggiavano le coltivazioni. L’interno ha navata unica e San Trifone Martire è raffigurato in una pala realizzata dal pittore napoletano Nicola Russo. Originali e tipiche di questo tratto di costa sono le fortificazioni costiere che, nel territorio neretino, sorsero intorno al XV secolo con chiari scopi difensivi e di avvistamento del nemico proveniente dal mare. Qui a Nardò ricordiamo in particolare la Torre Uluzzu, la Torre Fiume, la Torre Santa Caterina e ancora Torre Santa Maria dell’Alto, Torre S. Isidoro, Torre Squillace e Torre Inserraglio. Di norma si presentano con una forma tronco piramidale a pianta quadrata e con una cornice superiore a merli. Molte di esse ospitano un pozzo e un ambiente dotato di camino. Il territorio di Nardò è anche disseminato di moltissime ville o dimore storiche nobiliari costruite in epoche diverse. Tra queste ricordiamo la Villa del Vescovo, dimora estiva del vescovo del comune e Villa Taverna, forse la più antica, risalente al XV secolo e situata su un’antica via che da Gallipoli portava verso Taranto e che probabilmente ripercorreva un antico tracciato romano. Un altro elemento tipico, non solo della città, ma in generale di tutto il Salento, sono le masserie, ovvero delle cittadelle autosufficienti, spesso circondate da muri eretti a difesa dalle incursioni dei briganti. Al centro sorgeva lo jazzo, uno spiazzo comune dove si cuoceva la minestra. Tutto intorno sorgevano il forno, il mulino, la cantina, il frantoio, la cisterna, la chiesetta, la cappella privata. Il tutto immerso tra uliveti a perdita d’occhio. Moltissime sono le masserie di Nardò, alcune più antiche altro più o meno conservate, ma comunque espressione della tipica edilizia rurale salentina. Non si può conoscere bene un territorio se non si fa anche una full immersion nella sua cucina tipica. In questo caso il prodotto principe è l’oliva cellina di Nardò, dalla quale nasce uno dei migliori oli extravergine, elemento base di molte preparazioni gastronomiche locali che si ricompongono attorno a un’idea di cucina semplice, sobria, tradizionale ma al tempo stesso nutriente e sana che comprende pesce, ortaggi freschi, pane e pasta fatta in casa.

Vuoi ricevere le nostre offerte?

Iscriviti alla Newsletter e resta aggiornato