• Via A. Costa 2, Porto San Giorgio (FM)
 

Le grotte carsiche del Salento: gioielli da scoprire

Le grotte carsiche del Salento: gioielli da scoprire

La Grotta dei Cervi e la Grotta Zinzulusa

Il Salento è un territorio in cui è diffuso in modo particolare il carsismo, fenomeno rappresentato dalla lenta erosione causata dal mare che, nel tempo, ha scavato la roccia dando vita a grotte sotterranee a dir poco spettacolari. I turisti interessati a scoprire queste realtà hanno un ampio ventaglio di possibilità a disposizione. La Grotta dei Cervi è situata nei pressi di Porto Badisco, nel tratto di costa che congiunge Santa Cesarea Terme con Otranto. Scoperta in tempi molto recenti, all'inizio degli anni Settanta del Novecento, questa grotta propone un gran numero di ritrovamenti archeologici e di testimonianze che risalgono addirittura al Paleolitico come, per esempio, pitture parietali e iscrizioni sul tema della caccia. Ed è proprio per questo motivo che l'area ha preso il nome di Grotta dei Cervi. La Grotta Zinzulusa, invece, si trova nel territorio comunale di Castro, sempre sulla litoranea collocata a sud di Otranto. Si tratta di una caverna che raggiunge, in diversi punti, i 25 metri di altezza. Costituita da numerosi ambienti, è lunga più di 150 metri, ed è raggiungibile non solo via terra, ma anche via mare. Il suo nome caratteristico deriva dai cosiddetti zinzuli, termine che nel dialetto locale viene utilizzato per indicare gli stracci: proprio agli stracci, infatti, assomigliano molte delle stalattiti e delle stalagmiti presenti. Esse contribuiscono a creare uno spettacolo eccezionale, complice la luce che filtra tra le fessure: con i riflessi del mare, si forma una suggestiva scenografia , capace di affascinare e incantare tutti i turisti che visitano ogni anno questi luoghi. La Grotta Zinzulusa, inoltre, è degna di nota anche dal punto di vista naturalistico e ambientale: nelle zone più profonde, infatti, vivono specie di fauna acquatica poco conosciute, oltre a crostacei che sembrano essere esclusivi di questo luogo. Anche questa grotta, così come quella dei Cervi, è stata abitata dall'uomo in era preistorica: lo testimoniano i vari ritrovamenti, succedutisi negli anni, di ceramiche e manufatti in osso, oltre a resti di elefanti e orsi.

L'importanza delle grotte carsiche del Salento

Le grotte carsiche di questa parte della Puglia sono importanti, dunque, non solo sul piano turistico e paesaggistico, ma anche in prospettiva storica, in quanto costituiscono la testimonianza più antica della civiltà locale. Tra i vari punti di interesse che meritano una visita, non si può non citare la Grotta della Poesia, conosciuta anche per la leggenda che la riguarda. Si narra, infatti, che Rocca (il nome antico di Roca, la località in cui si trova questa grotta) nel 1480 sia stata saccheggiata dai guerrieri saraceni dopo numerosi tentativi andati a vuoto. I turchi furono in grado di occuparla grazie al suggerimento fornito da un rocano, che consigliò loro di entrare nella Grotta della Poesia: da lì, attraverso un tunnel che conduceva alla Grotta della Poesia Piccola, sarebbero riusciti nel loro intento, visto che quest'ultima ai tempi faceva parte del territorio cinto dalle mura del castello. Fu così che i saraceni, approfittando del buio della notte , furono in grado di penetrare e di distruggere la città. Ed è per questo motivo che oggi quel luogo è noto come Grotta della Poesia: non ha niente a che fare con l'arte letteraria, ma deriva da Prodosìa, cioè tradimento, poi trasformatosi in Posìa e Poesia. Secondo un'altra teoria, l'etimologia del nome Poesia sarebbe da far risalire a Posìa, parola che indica la sorgente di un corso di acqua dolce, poiché alcuni racconti parlano di una stupenda principessa che era solita fare il bagno da queste parti, mentre dai dintorni giungevano poeti pronti ad ammirarla e a decantarne la bellezza. Al di là dei miti e delle storie, è certo che questa grotta sin dal Neolitico è stata un luogo di riparo dalle intemperie e un luogo di culto. Si ritiene, inoltre, che in età messapica sia stata sfruttata in qualità di santuario, dedicato alla divinità Taotor Andirabas, nel quale venivano celebrati riti di vario genere: lo si è dedotto dai graffiti osservati sulle pareti, che riportano proprio tale nome. Un altro punto di riferimento importante per i turisti è la Grotta Romanelli, non lontana da Castro, anche in questo caso una testimonianza di grande rilevanza relativa al Paleolitico. Oltre a espressioni di arte parietale, infatti, qui sono stati ritrovati resti di fauna antica (come le gru islandiche, i gabbiani artici, la renna e il pinguino boreale) e incisioni di temi zoomorfi su pietre.

Vuoi ricevere le nostre offerte?

Iscriviti alla Newsletter e resta aggiornato