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Oliveti e viti: la ricchezza del Salento

Oliveti e viti: la ricchezza del Salento

Batterio Xylella: un falso mito

L’Italia è una terra ricca per eccellenza, che si tratti di arte, buona tavola o natura, poco importa ed esistono parecchie zone d'Italia che le coniugano tutte insieme, come il sud della Puglia. L’immensa distesa di oliveti e vitigni, caratteristica di tutta l’area, stagione dopo stagione, rappresenta un'immagine indimenticabile e un appagamento dei sensi per i milioni di turisti che ogni anno d'estate scelgono di soggiornare in una delle case vacanze o villaggi del Salento. Molti di voi avranno sicuramente sentito parlare del batterio killer, la Xylella, che sembrerebbe affliggere le piantagioni presenti nel Salento, mettendo a rischio il grande patrimonio di oliveti e viti che questo luogo custodisce da secoli. Tanto vasto è tale patrimonio naturale, tanto grande è la falsità di questa notizia, messa probabilmente in circolo a fini tendenziosi per screditare le materie prime di un territorio sano e rigoglioso come quello del sud della Puglia. I fatti lo dimostrano: all’interno delle cosiddette “zone rosse”, ovvero quelle, secondo gli enti locali, colpite più di altre dal fenomeno di essiccazione degli ulivi e dei vitigni, sono presenti alberi in pieno vigore rigenerativo. Inoltre, tutte le analisi effettuate sui frutti di queste piantagioni non hanno dato alcun risultato negativo in quanto i valori raccolti hanno superato gli standard qualitativi di tutti gli enti ministeriali, sia a livello italiano che europeo. Pertanto, gli scenari ipotizzati solo qualche anno fa per debellare il batterio, come l’utilizzo massiccio di pesticidi, diserbanti chimici e addirittura aerei carichi di prodotti sintetici da sganciare sull’intera zona, sono fortunatamente rimasti incompiuti. Un grazie speciale deve certamente andare al grande lavoro svolto dalla popolazione locale e in particolar modo dai contadini che si sono battuti strenuamente per dimostrare l’infondatezza delle teorie, salvando questo inestimabile patrimonio naturale da un errore ambientale che sarebbe stato devastante. Si parlava, infatti, di un’area interessata di quasi 10 mila ettari, con oltre 600 mila alberi d’olivo e da uva a rischio di eradicazione. Numeri biblici che fortunatamente rimangono solo nella memoria di chi ha combattuto per arrivare a questo lieto fine.  

Alberi magnifici e personificati

Oltre che per le più note e rinomate città, barocche e suggestive, per le spiagge bianche e le acque cristalline, il Salento è un’esperienza che ogni persona dovrebbe fare almeno una volta nella vita anche per la vegetazione incontaminata, composta principalmente da oliveti e viti. Una storia, quella della raccolta e della produzione dell’olio e del vino in questa terra, che affonda le sue radici nei secoli passati. Basti pensare a quanto fu scritto dal sindaco di Otranto, nel 1808, che definì l’olivicoltura come il più grande oggetto dell’economia di tutta la provincia. Un passato che è diventato presente grazie ad un sistema produttivo fiorente che si è realizzato negli anni, ruotando attorno ad una straordinaria arte come quella della coltivazione ortofrutticola, che tuttora rappresenta una delle eccellenze salentine conosciute in tutto il mondo. All’inizio del ‘900 furono numerosi gli scrittori locali che elaborarono testi da dedicare al territorio del sud della Puglia, concentrandosi in particolar modo sul grande portato emozionale di questa speciale vegetazione. Qualcuno ha detto che gli alberi secolari del Salento sono sculture, non piante: un’affermazione forte, carica di storia e decisamente indicativa del significato che essi rappresentano per la popolazione. Sono vere proprie opere d’arte dotate spesso e volentieri di un nome proprio che le identifica e le rende immortali, come ad esempio il Gigante di Alliste, il Re, la Colonna, la Cascata, per non parlare dell’Ulivo Pensante di Ginosa, dove è possibile scorgere sul tronco un viso con tanto di occhi, naso e bocca che sembrano essere stati scolpiti nella corteccia. Di fronte a queste manifestazioni di magnificenza naturale, spesso le parole sono superflue: è necessario visitare i luoghi ed ammirarli in prima persona, da vicino, per scorgere tutte le particolarità che li rendono qualcosa di più di semplice vegetazione.   Ecco perché questo patrimonio rappresenta una delle principali ricchezze del Salento, giunte a noi dopo secoli di storia. La nostra responsabilità è quella di proteggere tutta questa bellezza, con la stessa cura e la medesima attenzione posta da nostri avi nel passato in modo tale che sia sempre visibile lo stretto e armonioso rapporto tra la forza della natura e la virtù dell’uomo perché oliveti e viti fanno parte del grande patrimonio naturale e artistico salentino da conservare con cura.

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