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I dolci tipici del Salento

I dolci tipici del Salento

La tradizione dolciaria salentina

La cultura di un territorio risiede anche nella nella tradizione culinaria, pertanto la conoscenza di esso non può non avvenire anche attraverso quelle specialità che ne raccontano la storia e l’identità. Forse è possibile affermare che ciò è particolarmente vero per il Salento dove, grazie ad un clima favorevole tipicamente mediterraneo da un lato, e al mantenimento delle metodiche tradizionali dall'altro, i prodotti autoctoni si caratterizzano per eccellenza e genuinità. La cucina salentina vanta una tradizione ricchissima e antica, dove i dolci mantengono un posto d’onore e la loro preparazione si configura anche come festa, famiglia e rito collettivo. Destinate un tempo esclusivamente al consumo durante determinate ricorrenze, soprattutto religiose (Natale, Pasqua, San Giuseppe), emblema di artigianalità e autenticità, oggi queste ghiottonerie sono conosciute e apprezzate dai turisti di tutto il mondo, gastronauti e foodtrotter compresi. 

Alla scoperta dei dolci tipici del Salento

Il pasticciotto ha sicuramente un posto di spicco nell' immensa carrellata di dolci tradizionali salentini. È conosciuto in tutto il mondo e non c’è turista o visitatore che non lo abbia assaggiato almeno una volta. Si tratta di un piccolo tortino ovale di pasta frolla e crema pasticcera, oggi soggetto ad una vasta rivisitazione: crema e amarena, crema al limone, al cioccolato, con granella di pistacchi, alle mandorle o al cioccolato bianco sono solo alcuni dei gusti più gettonati che ne fanno una prelibatezza semplice e raffinata allo stesso tempo. Simile al pasticciotto, ma ricoperto di cioccolato fondente, è il fruttone, un dolce a base di pasta frolla con ripieno di mandorle, zucchero, uova e marmellata d’amarene. Proseguiamo con i cutugnuli, delicate mezzelune, anch'esse di pasta frolla, ripiene di cotognata. Ancora sapori contadini con le pitteddhe, a forma di stella, dall'impasto, povero – senza uova né burro – e ripiene di mostarda d’uva. La rivisitazione moderna ne ha cambiato la farcitura, che si è quindi arricchita di marmellata e nutella. Non è festa però senza la cupeta leccese. Questo dolce si trova un po’ ovunque e in tutte le stagioni dell’anno, sulle bancarelle delle feste patronali e religiose, delle fiere e dei mercatini. Sì avete capito, stiamo parlando di quel torrone croccante a base di mandorle e miele, prodotto tipico che si accompagna ai mustazzoli, altro emblema della tradizione salentina. Ricchi di mandorle croccanti anche questi, i mustazzoli si caratterizzano per il sapore speziato e deciso conferito dai chiodi di garofano e dalla cannella. Semplici ma nutrienti e gustose, le pastareddhe sono dei biscotti per il latte a base di uova, farina e zucchero. L’impasto, inoltre, è arricchito dalla presenza dell’olio extravergine d’oliva, altro prodotto tipico pugliese che ritroviamo nei taralli zuccherati, preparati anch'essi con ingredienti semplici (uova, lievito, farina e zucchero). Concludiamo questo assaggio della pasticceria salentina, con i dolci che caratterizzano le feste per eccellenza, vale a dire Natale e Pasqua. Non è Natale senza le cartellate e i porceddhuzzi. Le prime sono dei rettangoli di pasta sfogliata, fritti in olio, immersi poi nel miele e spolverizzati infine di cannella. I secondi (che nel Mezzogiorno d’Italia conoscono altre varianti come a esempio gli struffoli partenopei) sono palline di pasta fritta condite con miele e pinoli. A Pasqua invece si usa preparare biscotti di diverse forme: pupe (bambole) per le piccole di casa, i caddhruzzi (galletti) per i maschietti, e poi ancora campanari (campanacci), taraddhri (taralli). Per molti anni considerati "poveri", oggi i dolci salentini sono protagonisti di un rinnovato interesse da parte dei turisti. Un atteggiamento di rivalutazione in cui riveste un ruolo di non poca importanza la riscoperta delle proprietà nutrizionali degli ingredienti utilizzati. Gusto e benessere, insomma. Un motivo in più per visitare il Salento.

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